«Anche se sembra abituale, banale, cioè di ogni istante, un gesto intimo è "inaudito". Anche se non ce ne rendiamo conto o non vi facciamo caso, costituisce sempre, di per sé, un evento: un gesto intimo è sempre nuovo, non si esaurisce, altrimenti non è più intimo, e ha perso di efficacia. Esso, anzi, anticipa il legame: prima che l'intimità sia dichiarata, funge da prodromo ed elemento scatenante; finché la situazione (la relazione) non è chiarita, è anche strategicamente conativo. Spesso l'intimità del gesto ha preceduto la parola. Esso non solo anticipa, ma accelera: è quello che taglia corto, mette fine all'incertezza, esce dall'indugio e fa cadere improvvisamente nell'interno condiviso. Gesto decisivo per antonomasia: l'evento che esso crea, più niente lo richiuderà né lo cancellerà, più niente potrà far sì che oggettivamente non sia stato, anche se rinnegato - esso trascina con sé la vita intera.»
François Jullien, "Sull'intimità, Lontano dal frastuono dell'Amore", p. 38. ''L' Arte è un' attività che consiste nel produrre rapporti col mondo attraverso segni, forme, gesti od oggetti,,
''Ogni opera d’ arte potrebbe essere definita come un oggetto relazionale, il luogo geometrico di una negoziazione con innumerevoli interlocutori e destinatari.'' N. Bourriaud, Estetica relazionale, 2010 ''In questo contesto si chiede a tutti i partecipanti di agire fisicamente sull'oggetto proiettando in esso l' immaginario personale utilizzando solo il proprio corpo.
L' azione viene svolta in 5 min nei quali ogni partecipante dovrà realizzare la propria azione immaginata, rimanendo immobile per alcuni secondi durante i quali verrà scattata una fotografia che registrerà l'esperienza vissuta. Mi piacerebbe sperimentare con voi questo oggetto per mettere in comune un' idea personale di forma o spazio che l'oggetto corda può suggerire,, M.Bressan L' idea sostanziale della pratica dell' oggetto relazionale è quella di creare discussione. Trasformare gli oggetti quotidiani vuol già dire cambiare le nostre abitudini.
La mia idea è che la nostra mente cerca ogni volta di ritrovarsi in spazi nuovi attraverso una rete di relazioni che la nostra personalità immagina (personalità intesa come bugia ad uso e consumo della propria vanità umana, che rappresenta per se stessa e mai per gli altri). L' oggetto non è solo una funzione o un segno, l'oggetto è anche una tipologia di spazio in cui la nostra mente trova ogni volta il suo alloggio. Questo significa che agire sull' oggetto può darci la possibilità di orientare in qualche modo lo sguardo dell'altro, le sue impressioni le sue idee senza necessariamente determinarle, l' oggetto veicola desideri e vissuti senza dichiararli apertamente, esso manifesta solo forme mute, ma l'uomo non smette mai di interpretarle: non può farne a meno! La pratica artigianale dei volumi, delle forme, dei colori può aiutarci nel tempo a renderci consapevoli che il valore di una forma non dipende dalle sue dimensioni né da suo contenuto, ma dalle nostre capacità, dall' attenzione o dall' esperienza che noi proiettiamo al suo interno. In pratica qui non si tratta solo di ri-fare una forma per un esperienza estetica ma di accompagnare la nostra curiosità all' interno di una dimensione prima creata da noi e poi dagli altri in un interazione continua, tanto da divenire un vero e proprio linguaggio (non-direttivo e non-convenzionale), un linguaggio che non porti con sé una determinazione necessaria, un linguaggio che accarezzi l'idea, che possa accendere la nostra immaginazione, aprirla e muoverla verso un nuovo livello di comprensione. In questa dimensione, accoglienza, comprensione, compresenza e unità diventano esperienza. Queste 4 parole possono spiegare bene l'esperienza di libertà che un luogo realmente accogliente può assicurare alla nostra presenza. Ne potremmo aggiungere una successiva che è PACE. Questo avviene quando la fisicità dello stato vissuto smette di significare (si cancella-istantaneamente) quando l'idea del nostro corpo smette di disturbarci; ma perché questo avvenga è necessario che la nostra mente smetta di essere ripiegata nelle sue aspettative e cessi di essere prigioniera delle sue eterne necessità. Rompere la funzione naturale dell'oggetto significa allargare la sua dimensione simbolica. Prima della dialettica esiste nell'uomo un desiderio di spazio solo in seguito al riconoscimento dell'altro nasce una relazione ovvero la mediazione di uno spazio condiviso. Massimo Bressan, 2017 ''Simbolo in greco vuol dire ''mettere assieme'': i Greci chiamavano ''simbolo'' il coccio di una scodella rotta. Quando due amici si separavano prendevano un piatto, lo spezzavano in due e ciascuno ne portava a casa una metà: questa metà si chiamava simbolo nel senso che essa non aveva più il suo significato (in un mezzo piatto non si può mangiare) ma acquistava significato se si congiungeva con l' altra metà. Quando i due amici o i loro figli si ritrovavano, allora si costituiva l' unitá originaria, la memoria di un' antica amicizia. Ecco allora che ciascun uomo è diventato, dopo la divisione, il ''simbolo'' dell' uomo, la metà che cerca la metà. Ma l' uomo vero è due, è l' uno e l' altro. Ancora una volta i Greci insistono sul concetto di relazione, non sull' individuo che instaura relazioni.,,
U. Galimberti, ''La disposizione dell' amicizia e la possessione dell' amore'' |